COLOMBIA FAI DA TE: L’ITINERARIO

IL MIO ITINERARIO E QUALCHE INFORMAZIONE GENERALE

 

Ultimamente si parla molto della Colombia, vuoi per il successo a livello mondiale della serie Narcos, vuoi per le recenti vicende politiche che vedono il paese impegnato verso un processo di pace con i guerriglieri delle Farc e che hanno portato, tra l’altro, il presidente Juan Manuel Santos ad aggiudicarsi nel 2016 il Premio Nobel per la Pace. Credo che questo sia il momento storico e politico migliore per andare a visitare la Colombia: il paese sta cambiando rapidamente, i colombiani hanno voglia di fare conoscere la Colombia per le sue bellezze e non solo per l’etichetta di terra del narcotraffico che le è stata assegnata negli anni. Alcune zone in precedenza inaccessibili a causa della presenza delle guerriglie sono state, infatti, recentemente “aperte” al turismo e la meta non è ancora così eccessivamente turistica mantenendo per il momento intatta tutta la sua autenticità.

 

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La Plaza de Bolivar di Bogotà

 

Il mio viaggio è durato in totale tre settimane e ho visitato il paese nel mese di febbraio trovando un clima praticamente perfetto. Il periodo consigliato, infatti, per visitare la Colombia va da novembre a marzo (considerate che l’alta stagione, momento in cui i colombiani stessi si muovono nel paese, va da dicembre a febbraio).

Le tappe principali del mio viaggio sono state le seguenti:

  1. Bogotà  dipartimento di Cundinamarca – 2 giorni BOGOTA’: UNA PIACEVOLE SCOPERTA
  2. Villa de Leyva dipartimento di Boyacá – 2 giorni VILLA DE LEYVA: DOVE IL TEMPO SI E’ FERMATO
  3. San Gil/Barichara dipartimento di Santander – 2 giorni SAN GIL E BARICHARA: TRA FRUTTA, VERDURA E HORMIGAS CULONAS
  4. Santa Marta/Taganga dipartimento di Magdalena – 3 giorni SANTA MARTA E TAGANGA: LA COSTA CARAIBICA
  5. Cartegena de Indias dipartimento di Bolívar – 2 giorni CARTAGENA DE INDIAS: LA CITTA’ DAI MILLE COLORI
  6. L’isola di San Andrés dipartimento dell’Arcipelago di San Andrés, Providencia e Santa Catalina – 3 giorni SAN ANDRÈS: IL PARADISO ALL’IMPROVVISO
  7. Medellín dipartimento di Antioquia – 3 giorni MEDELLÍN LA CITTA’ DELL’ETERNA PRIMAVERAPABLO EMILIO ESCOBAR GAVIRIA
  8. Salento dipartimento di Quindío – 3 giorni SALENTO E LA ZONA CAFETERA
  9. Bogotà dipartimento di Cundinamarca – 1 giorno BOGOTA’: UNA PIACEVOLE SCOPERTA

Rimpiango veramente di non essere riuscita a visitare la zona amazzonica a causa di mancanza di tempo. L’area, fino a poco tempo fa presidiata dalle Forze Armate Rivoluzionarie, è stata recentemente aperta al turismo. Ho visto le foto scattate da alcuni ragazzi che ho incontrato durante il mio cammino e che erano stati a Leticia e nell’area della foresta amazzonica colombiana e vi posso assicurare che è una parte del paese che merita senza dubbio qualche giorno di visita. Toccherà per forza tornare in Colombia prima o poi, che ne dite?

Il paese è sicuramente ben organizzato a livello di mezzi di trasporto. Mi sono spostata, per raggiungere la varie mete, sia con gli autobus sia con voli interni. Verificate sempre i prezzi prima di decidere con che mezzo spostarvi: a volte un biglietto aereo per un volo interno può essere più economico di un un biglietto per un tragitto in autobus. Per quanto riguarda gli autobus mi sono trovata molto bene: terminal ben organizzati e prezzi molto economici. L’unica pecca, almeno per una come me che ha paura della velocità, è la guida dei conducenti. La maggior parte delle volte vi troverete a usare gli autobus per attraversare valli e zone montuose e vi posso assicurare che guardare dal finestrino un dirupo e vedere l’autista sfrecciare a tutta velocità e sorpassare camion in prossimità delle curve non è proprio una passeggiata. Non preoccupatevi se vi troverete a dover viaggiare di notte (anzi lo consiglio perché in tal modo non perderete tempo prezioso e risparmierete anche il costo di una notte in albergo): i sedili sono comodissimi, vi sembrerà di stare su dei piccoli letti e nella maggior parte dei casi vi verranno anche serviti colazione, pranzo e cena. Per quanto riguarda i voli interni ho utilizzato due compagnie aeree: la Latam e la VivaColombia. Avevo già utilizzato in precedenza la Latam e mi sono trovata molto bene e altrettanto bene mi sono trovata con la Viva Colombia nonostante me l’avessero vivamente sconsigliata (io non ho avuto alcun tipo di problema ma molte persone mi hanno parlato di notevoli disguidi in termini di ritardi e soprattutto cancellazioni di voli). In particolare mi sono spostata in aereo da Cartagena a San Andrès, da San Andrès a Medellín, da Salento (aeroporto di Armenia) a Bogotà.

Parlare degli alloggi è sempre abbastanza difficile anche perché molto dipende da che tipo di viaggiatori siete. In Colombia e in generale in Sud America alloggio sempre negli ostelli. La parola ostello a noi italiani fa ancora un po’ “paura” ed è considerata quasi sinonimo di “posto da pezzenti”. Non è assolutamente così. Io, non ve lo nascondo, anche se frequento gli ostelli non ho mai dormito in camerata ma sempre in stanza singola con bagno privato semplicemente perché sono un po’ troppo disordinata per condividere spazi piccoli con altre persone. Gli ostelli del Sud America potrei paragonarli a degli alberghi italiani a tre stelle ma con una marcia in più: troverete tutte le informazioni che vi serviranno per conoscere il posto in cui vi trovate, vi aiuteranno a organizzare qualsiasi tipo di spostamento e inoltre organizzano sempre tour molto interessanti. Per chi, come me, viaggia da solo sono inoltre posti dove è possibile conoscere e scambiare idee e informazioni con persone provenienti da tutte le parti del mondo.

Ovviamente la lingua parlata è lo spagnolo e vi posso assicurare che i colombiani parlano uno degli spagnoli più puri e puliti che abbia mai sentito in vita mia e se conoscete anche solo un pochino la lingua non avrete molti problemi a comunicare. Due sono le parole, di uso informale, che più sentirete pronunciare in Colombia: “bacano” e “chévere” aggettivi utilizzati per descrivere qualcosa di bello e che tradurrei con un nostro “fico” o in inglese “cool”. In ogni caso se non conoscete lo spagnolo e parlate solo l’inglese non preoccupatevi: le nuove generazioni colombiane parlano l’inglese molto bene.

Il paese è molto economico. Ho speso per un viaggio di tre settimane (comprendendo il volo di andata e ritorno, gli spostamenti interni e tutte le varie spese di vitto e alloggio) circa 2.100 euro senza farmi mancare nulla.

La cucina non è sicuramente il punto forte della Colombia, almeno, per chi come me è italiano ed è quindi abituato a una tradizione culinaria inimitabile. Vi parlerò di alcuni piatti tipici quando approfondirò le singole tappe del mio tour colombiano (a ciascuna zona il suo piatto). Troverete comunque di tutto: carne bianca, rossa, pesce, verdure e molto riso. Tenete presente, ve lo sottolineo semplicemente perché a me non piace molto il cumino, che in quasi tutti i piatti vengono aggiunti vari aromi come appunto il cumino, il coriandolo, la curcuma e l’erba “guasca” (da noi chiamata galinsoga). La frutta però è a dir poco favolosa: non ho mai bevuto (nemmeno in Brasile) succhi, frullati e centrifugati così buoni. Proprio in Colombia, infatti, ho scoperto la mia passione per il mango che prima praticamente odiavo. Oltre alla frutta vi consiglio di assaggiare: “El Arequipe”, una sorta di dulce de leche che troverete in vari gusti (il mio preferito è sicuramente quello al caffè) mentre, per quanto riguarda le bevande, “El Aguardiente”, un tipico liquore secco colombiano. Normalmente all’estero per noi italiani trovare una tazza di caffè decente è quasi impossibile: vi assicuro che in Colombia ogni tazza ve la godrete fino all’ultimo sorso.

I colombiani sono fantastici: faranno di tutto per aiutarvi, non sono per niente falsi o comunque nascondono la loro falsità molto bene, sono veramente disponibili e cercheranno in tutti i modi di farvi tornare a casa con un ricordo stupendo del loro paese, un popolo sorridente alla ricerca di un riscatto dopo troppi anni di sanguinose guerre. Evitate solo una cosa: non fate troppe domande su Pablo Escobar e il narcotraffico. Non vi succederà nulla ma è sicuramente uno di quegli argomenti che i colombiani preferiscono non affrontare (ve ne parlerò quando scriverò della mia tappa a Medellín). Per la prima volta, tra tutti i paesi del Sud America che ho girato, mi sono trovata di fronte a donne che non vedono e soprattutto non trattano le europee come una minaccia. Volete sapere qual è la frase che più spesso mi è stata detta dai colombiani? “Quando torni a casa devi dire ai tuoi amici che la Colombia è un paese sicuro e bellissimo”. Ebbene sì: la Colombia è un paese sicuro e bellissimo. L’unico rischio a cui andrete incontro sarà quello di innamorarvi di questa splendida patria.

Il tasto dolente della Colombia è sempre stata la sicurezza: considerate che negli anni novanta Medellín era ritenuta la città più pericolosa del mondo. Quando ho detto a mia madre che sarei partita per la Colombia la sua risposta è stata: “Ti pago io il biglietto aereo ma, per favore, vai in qualsiasi posto del mondo ma non in Colombia”. La stessa reazione è stata quella dei miei amici che mi chiedevano perché proprio la Colombia e se non potessi cambiare destinazione considerando che sono una donna e viaggio da sola. Presa un pochino dall’ansia mi sono comprata per la prima volta uno spray al peperoncino e fortunatamente non ho mai avuto modo di usarlo. Dovete solo tenere presenti due semplici cose: siete in un paese sudamericano e in un paese che si sta “rialzando” solo ora dopo tantissimi anni di buio. Non andate in giro mettendo in bella mostra cellulari costosi o qualsiasi altro tipo di oggetto prezioso, portate con voi solo i soldi necessari per la giornata e una carta di credito (consiglio di tenere, in un posto separato rispetto a dove tenete i pesos almeno 20 dollari così, in caso di problemi, avrete comunque con voi qualcosa di valore da poter dare). Chiedete sempre, quando arrivate in un posto, quali sono i luoghi e le zone da evitare e soprattutto quando evitarli: alcune strade, infatti, possono essere sicure di giorno ma poco raccomandabili la sera. Utilizzate sempre e solo i taxi autorizzati. Molto utile e sicura è l’applicazione Tappsi (https://tappsi.co/): vi verrà comunicato il numero del taxi che vi verrà a prendere e il codice che dovrete comunicare al conducente e ricordatevi che senza il codice il taxista,  per la sua stessa incolumità, non vi farà salire a bordo. Vi sconsiglio vivamente di prendere un taxi a caso in mezzo alla strada.

Per gli amanti della letteratura e dell’arte ricordo che la Colombia è Realismo Magico e patria di due artisti che, personalmente, considero geniali: Botero e Gabriel José de la Concordia García Márquez.

I colombiani, come la maggior parte dei sudamericani, hanno la musica nel sangue. Sentirete musica ovunque: dalla cumbia colombiana al gettonatissimo reggaeton. Oltre ad amare la musica sono degli eccellenti ballerini (vi ricordo, infatti, che Cali è considerata la città della salsa): credo di non essermi mai sentita così goffa in vita mia come in una discoteca colombiana (non che io sia una ballerina nata ma in Italia mi difendo abbastanza bene).

Non sono una di quelle persone amanti dello shopping sfrenato e quando viaggio preferisco utilizzare parte del mio budget, non destinata ai mezzi di trasporto o agli alberghi, per gustarmi una cena in un ristorante rinomato o per qualche attività particolare. Ho comunque comprato qualche semplice souvenir: alcuni libri in lingua originale di Gabriel José de la Concordia García Márquez, una confezione di tè alle foglie di cocaina (difficilmente la troverò altrove), una crema fatta sempre con le foglie di cocaina (ottima come antidolorifico), una confezione di caffè e il particolare filtro utilizzato per prepararlo secondo la tradizione colombiana, una bottiglia di Aguardiente, un barattolo di Arequipe e un bellissimo poncho fatto a mano.

P.S. Mi sono dimenticata di dirvi una cosa importantissima e che difficilmente troverete scritta nelle varie guide turistiche disponibili: non sempre avrete la possibilità di farvi una doccia calda. Sono riuscita a farmi delle docce decenti solo a Bogotà e a Medellín. Se chiederete ai colombiani perché, nella maggior parte dei posti, non c’è acqua calda vi risponderanno con un sorriso dicendovi semplicemente che se fa caldo è meglio farsi una doccia fredda (non fa una piega direi).

Per ora è tutto…PRONTI, PARTENZA E VIA: LA COLOMBIA VI ASPETTA!!!

A LA ORDEN!!!

 

 

 

 

 

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. S ha detto:

    Per esser solo l’inizio, un blog degno di nota, spettacolare!

    Mitica !

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    1. Grazie!!! Ho ancora molto da imparare…!!!

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